Per realizzare i tessuti della linea Emina, Giulia ha deciso di coltivare in autonomia una parte delle specie tintorie di suo interesse. Grazie alla concessione della famiglia Beltrame di terreni sulla collina di Moncalieri e al supporto instancabile di suo papà, per Giulia, è stato possibile mettere a dimora alcune delle piante endemiche principali – Ginestra del Tintore per il giallo, Isatis Tintoria per il blu, Robbia Tintoria per il rosso – a cui, sin dall’antichità, sono state attribuite grandi doti medicinali e tintorie.
Rubia Tintoria
Di origine asiatica, è stata introdotta in Europa e coltivata sin dal Medioevo. L’etimologia del nome dal latino ruber deriva dal caldo colore rosso che se ne ottiene. L’Italia e la parte meridionale della Francia detenevano il titolo di migliori produttori. Nell’800 la robbia era un bene molto ricercato: solo nel 1869 ne sono state prodotte 70000 tonnellate. La fortuna della robbia si interruppe nel 1868 quando due ricercatori tedeschi Groebe e Liebermann scoprirono la sintesi chimica del pigmento.
Indigofera Tintoria
L’indigofera tinctoria, della famiglia delle leguminose, è di origine asiatica ed è stata storicamente “concorrente” dell’isatis tintoria. La particolarità di questo colorante è la straordinaria capacità di tingere di un blu molto più intenso dell’isatis. Per questo motivo dal 1500 circa l’indigofera ne ha preso quasi interamente il posto in tintura.
Ginestra Tintoria
La popolarità di questa pianta è molto antica, ritrovamenti archeologici ne attestano l’uso già dal IX – XI secolo in Inghilterra. Questa pianta è poi stata portata dal tintore William Partridge negli Stati Uniti dove si è naturalizzata tra le montagne del New Jersey.
Juglans Regia
La juglans regia, noce comune, è originaria delle pendici dell’Himalaya. Con il passare del tempo questa pianta si è naturalizzata alle nostre latitudini. Il seme, al tempo dei romani, veniva usato per combattere le malattie mentali e le amnesie. É ricca di composti polifenolici detti tannini, capaci di tingere la stoffa.
Isatis Tintoria
Gli antichi egizi conoscevano ed utilizzavano questa straordinaria pianta sia per scopi tessili che pittorici. Reperti di tessuti di lino e canapa colorati di blu e risalenti al Neolitico documentano l’antico uso del guado dal Mar Nero all’Europa, all’India, all’Africa del Nord. Plinio riporta che gli antichi Britanni, con l’intenzione di incutere terrore ai nemici, usavano questa pianta per dipingere i loro corpi. Nell’anno 1000 venne introdotta in Piemonte dagli eretici catari arrivati dai Balcani diventando un colore ambito e coltivato in molte zone d’Italia.